Il 27 luglio scorso, all’Hotel Excelsior di Catania, si è svolta “l’Assemblea del Partito Radicale: Otto proposte di legge di iniziativa popolare contro il regime”. La prima tappa nell’isola siciliana. Diversi i temi affrontati durante la riunione: amnistia, misure di prevenzione, informazioni interdittive, scioglimento dei comuni per mafia e incarichi extragiudiziari dei magistrati.
Tra gli interventi anche quello di Pietro Crisafulli, presidente dell’Associazione Sicilia Risvegli, nonché regista del film La voce negli occhi. «Mio figlio è stato ucciso un anno e cinque mesi fa a Catania – ha detto Crisafulli aprendo il suo intervento – Ha lasciato due figli e la magistratura di Catania ha cercato di insabbiare il caso, tentando di archiviarlo e dando la colpa a mio figlio. Noi familiari, appena abbiamo saputo la decisione finale, ci siamo incatenati davanti il tribunale – ha aggiunto il regista con forte rabbia e delusione – È stata fissata un’udienza e sono stati nominati nuovi ctu. La donna che ha travolto mio figlio non si è fermata allo stop. Il gip ha deciso di nominare tre nuovi consulenti di Firenze. Sono venuti a Catania e hanno stravolto ciò che era stato scritto dal precedente ctu. La richiesta di rinvio a giudizio, però, ancora non è arrivata – ha sottolineato il presidente di Sicilia Risvegli con amarezza – La mia vita è cambiata, ogni giorni mi reco al cimitero da mio figlio».
Il papà di Mimmo Crisafulli ha ricordato che per l’omicidio stradale le pene sono da due a sette anni. Ma sotto i tre anni non è previsto il carcere. Secondo il regista ci vorrebbe il carcere immediato per chi commette questo tipo di reati. «Tutta la mia famiglia vive in una grande e difficile angoscia – ha concluso arrabbiato, deluso e senza speranze Pietro Crisafulli nel suo grido di dolore – Ho tentato diverse volte il suicidio, specialmente nei primi mesi. Ci stanno istigando, ma soprattutto, costringendo al suicidio. Spero che con il partito radicale si possa cambiare le leggi sulle morti stradali».
SRO
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