Morte di Alessandro Mineo: «Il corpo venga restituito alla famiglia per i funerali»

La vittima Alessandro Mineo

Appello del presidente Alberto Pallotti al ministro dell’Interno Lamorgese affinché le indagini siano corrette e imparziali

«Chiediamo il dissequestro immediato del corpo di Alessandro Mineo, il ragazzo travolto da un’auto dei carabinieri lo scorso primo marzo a Catania». Così Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime Odv (AUFV), che ha scritto al Procuratore Capo della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, per chiedere che la salma del ragazzo venga restituita alla famiglia per le esequie funebri. «Con tutto il rispetto per l’indagine della magistratura», ha scritto Pallotti, «non comprendiamo il perché, e la famiglia di Alessandro pure, il corpo debba rimanere sequestrato. In questo incidente l’unica cosa chiara è che Alessandro si trovava fermo e una volante dei carabinieri gli è piombata contro, per motivi da accertare, ma che non hanno nulla a che vedere con la salma di Alessandro, che dovrebbe essere restituita alla famiglia in tempi brevi. L’unica cosa certa è che Alessandro non ha avuto alcuna responsabilità nello scontro nel quale ha perso la vita».

«La morte di Alessandro Mineo», spiega Alberto Pallotti, «è una tragedia paradossale, in quanto nell’incidente è coinvolta una pattuglia dei carabinieri. Noi siamo convinti che la magistratura opererà in maniera corretta e imparziale, tuttavia riteniamo che in una vicenda come questa sia necessaria un’attenzione maggiore».

«A questo proposito», continua Pallotti, «abbiamo anche inviato una richiesta al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, affinché venga effettuata una indagine interna, imparziale, in grado di appurare le verità sull’incidente, acquisendo copia delle relazioni di servizio, degli interventi della volante e delle richieste da parte della centrale operativa. L’acquisizione di documenti è necessaria e chiediamo che sia il più tempestiva possibile. Bisogna appurare che cosa stavano facendo i carabinieri quando si sono prima scontrati con una Smart e poi sono finiti sullo scooter di Alessandro, che era fermo al semaforo rosso. Bisogna verificare se effettivamente i carabinieri si stavano precipitando con urgenza per un intervento per il quale non si poteva fare altrimenti. Ma, soprattutto, quello che più ci preme in questo momento», dice Pallotti, «è che il corpo di Alessandro venga immediatamente restituito alla famiglia. La sua povera mamma, dopo aver appreso la notizia della morte del figlio, ha avuto un infarto. La sua compagna, che è rimasta ferita nell’incidente, è devastata dal dolore. Così come lo sono tutti i familiari e gli amici di questo giovane, che aveva solo 25 anni. È giusto dare loro la possibilità di dare l’ultimo saluto ad Alessandro il più presto possibile».

«La mamma di Alessandro vuole poter piangere il figlio», aggiunge Pietro Crisafulli, presidente di Sicilia Risvegli, responsabile per la Sicilia dell’Associazione Unitaria Vittime della Strada, papà di Mimmo ucciso a Catania il 6 marzo del 2017, un caso rimasto senza giustizia in Italia, ed in attesa di udienza alla Corte Europea di Strasburgo. «Ora la sua famiglia è dilaniata», ha aggiunto, «cercherò di stare vicino il più possibile ai suoi poveri genitori e, insieme all’associazione che rappresento qui sul territorio, mi batterò perché questa morte non rimanga senza giustizia. Rivolgo un appello alle istituzioni affinché ci aiutano a prevenire ed evitare questi incidenti che stanno macchiando di sangue Catania e provincia, condannando tante famiglie a un vero e proprio ergastolo di dolore».

Intanto, Alberto Pallotti, la cui associazione riunisce l’AIFVS, Associazione familiari e vittime della strada ODV, l’Associazione Unitaria Familiari e Vittime e l’AMCVS, Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV, e Sicilia Risvegli e Vittime della Strada, ha anche scritto al Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, per chiedere un gesto di conforto e rassicurazione nei confronti della collettività. «In questo momento dobbiamo lasciare spazio alle indagini», ha scritto Pallotti, «ma non aspetteremo dieci anni che un tribunale ci spieghi che Alessandro aveva ragione, come purtroppo sempre accade. Già si intravedono i primi segnali: la salma è stata sequestrata, in attesa delle indagini. La famiglia soffre di questo, vorrebbero dare al ragazzo l’estremo saluto. Le chiedo un messaggio di vicinanza alle vittime».

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