Omicidio del carabiniere Emanuele Anzini: l’AIFVS è ora parte civile al processo. Il presidente Pallotti: «Chiederemo per l’imputato il massimo della pena»

Nella foto il carabiniere Emanuele Anzini

«Il prossimo 14 febbraio saremo presenti come parte civile al processo nei confronti di Matteo Colombi Manzi, il trentacinquenne che, nella notte tra il 16 e il 17 giugno del 2019, ha travolto e ucciso con l’auto il carabiniere Emanuele Anzini, di 42 anni, in quel momento in servizio a un posto di controllo a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. Chiederemo per lui il massimo della pena». Lo dice il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Alberto Pallotti, che spiega: «Il giudice Massimiliano Magliacani ha ammesso la nostra associazione come parte civile del processo.

Manzi ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, una formula che, in caso di condanna, consente la riduzione di un terzo della pena. Noi chiederemo una condanna giusta, perché non accada più che persone si mettano ubriache alla guida e uccidano i carabinieri che svolgono il loro lavoro». «Siamo soddisfatti che il giudice abbia accolto la nostra richiesta di costituirci nel processo», aggiunge l’avvocato dell’Associazione, Emilio Perfetti, «questa decisione, presa in un tribunale importante come quello di Bergamo, crea per noi un precedente importante. In aula era presente la compagna del carabiniere, che ha capito la nostra posizione e ci ha voluti vicini a lei nel procedimento. Non la lasceremo sola».

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