Omicidio Mimmo Crisafulli, patteggiamento accolto. La famiglia: “Giustizia inesistente”

Nella foto Mimmo Crisafulli

CATANIA. Il giudice per l’udienza preliminare, Giuseppina Montuori, ha accolto la richiesta di patteggiamento avanzata da parte del pubblico ministero Andrea Ursino, in coro con la difesa dell’imputata Anastasia Conti, la quale è stata condannata a cinque mesi e dieci giorni di reclusione, con la condizionale, la non menzione, e revoca della patente di guida, sulla morte di Domenico Crisafulli, conosciuto come “Mimmo” avvenuta, a seguito di uno scontro del suo scooter con una Smart, la sera del 6 marzo del 2017, all’altezza dell’incrocio tra via Del Bosco e via De Logu, a Barriera (Catania)

Reazione rabbiosa da parte del padre della vittima, Pietro Crisafulli, presidente dell’Associazione “Sicilia Risvegli”, nonché regista del film La voce negli occhi”, che dopo la lettura della sentenza si è improvvisamente accasciato a terra in aula, al punto tale da essere trasportato con il 118 in ospedale: “La giustizia italiana non funziona. Chi non si ferma allo stop è senza ombra di dubbio colpevole di omicidio stradale e, pertanto, dovrebbe essere condannato alle massime pene concepite dalla giustizia italiana che non funziona. Il patteggiamento ha ucciso nuovamente mio figlio, offeso me, i suoi figli, e la mia famiglia. Era tutto finto –attacca -, la volontà palese era quella di archiviare il processo, come già avevano tentato di fare, gettandolo nel dimenticatoio e mascherando tutto con 5 mesi e dieci giorni. L’atteggiamento di un procuratore generale che non si degna nemmeno di rispondere, seppur tirato in causa, la dice lunga su quanto sia avvenuto. L’unica speranza che ci resta è appellarci alla corte europea. Sono molto deluso dalla magistratura che non ha nessun rispetto, per i morti. Lotteremo fino alla fine per avere giustizia, anche sé sono sempre più istigato al suicidio. Aveva ragione un noto personaggio, che andrebbe riformata la giustizia ed aggiungo, rimossi i tanti magistrati, che offendono la dignità di chi soffre. Giustizia Italiana inesistente.

Decisamente insoddisfatto dell’esito del processo, il presidente A.I.F.V.S. Alberto Pallotti“E’ vergognoso ciò che è avvenuto –  afferma la guida associazionistica – . Giudichiamo l’intero svolgimento dell’udienza una farsa; è stato tolto alla comunità il diritto di avere un processo come prescrive la legge. Si è voluto chiudere un caso con indagini superficiali e con una ricostruzione dei fatti non rispecchiante la realtà. La verità è stata calpestata e Mimmo è stato ucciso per la seconda volta. Il fatto che l’A.I.F.V.S. sia stata legittimata a costituirsi parte civile, non può che dimostrare quanto la presenza delle associazioni aiuti le famiglie in questi momenti tragici. – sottolinea Pallotti -, è stata revocata la patente all’imputata; un provvedimento previsto dal codice della strada (con relativo, per definizione, ‘ergastolo’ della patente) e stranamente trascurato dal PM titolare dell’inchiesta. Ieri si è consumata una pagina di malagiustizia italiana. Siamo vicini alla famiglia Crisafulli – conclude – e non smetteremo di lottare per dimostrare la verità anche a costo di ricorrere alla corte di giustizia europea”. 

A manifestare con la famiglia Crisafulli davanti al Tribunale oltre all’Associazione Sicilia Risvegli Onlus, la Siciliana Contribuenti, l’Associazione Agorà, Angeli sull’Asfalto, e Mamme coraggio.

A Catania con l’A.I.F.V.S. sono arrivati dieci referenti su piano nazionale provenienti da Verona, Modena, Avellino, Benevento, Napoli, Aversa, Caserta, Palermo e Pozzuoli, Terme Vigliatore (ME).

Questo processo è stato deciso dal PM e Difesa della persona che ha ucciso Mimmo dice il referente della sede A.I.F.V.S. di Aversa ed agro aversano, Biagio Ciaramella -. La famiglia della vittima non ha potuto difendere il figlio scomparso e questo ci lascia basiti. Noi come associazione saremo vicini alla famiglia per un processo giusto”. 

 

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