STRAGE DI STUDENTI NEL BUS UNGHERESE: 12 ANNI DI CARCERE PER L’AUTISTA. ALBERTO PALLOTTI (AIFVS): SENTENZA STORICA

Nella foto, il Bus dopo lo schianto in fiamme

Janos Varga è stato condannato per omicidio colposo plurimo, a giudizio anche funzionari e tecnici di Autostrade e Anas

VERONA Dodici anni di reclusione per omicidio colpo plurimo a Janos Varga, 55 anni, l’autista del bus ungherese che il 20 gennaio 2017 si schiantò in A4 provocando la morte di 18 ragazzi di cui 11 minorenni e del secondo autista. L’accusa in abbreviato per Varga era omicidio colposo plurimo, lo stesso reato per cui il gup Luciano Gorra ha rinviato a giudizio gli altri cinque imputati, funzionari e tecnici di Autostrade e Anas. A Varga è stata inibita in perpetuo la patente di guida e disposti risarcimenti in via provvisionale per le famiglie delle vittime.

L’Aifv onlus: una sentenza storica

«Sono tre anni e mezzo che aspettiamo questa sentenza, credo che questa condanna farà storia». Lo ha detto il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Alberto Pallotti. In aula erano presenti i genitori di alcune delle vittime, tutti studenti tra i 15 i 17 anni. Madri e padri che indossavano t-shirt nere con impresso il volto dei lori figli e sulle spalle il nome. Laszlo Marton è il papà di Mark. La più giovane delle vittime di quel terrificante schianto: «Noi – ha detto – abbiamo seguito per oltre due anni e mezzo tutto il processo. Ogni tre mesi dall’Ungheria siamo venuti in Italia, a Verona, per assistere alle udienze, noi siamo veramente contenti di questa sentenza che riconosce le responsabilità di chi guidando in quelle condizioni ha ucciso i nostri figli. «È stato comminato il massimo della pena che aveva chiesto il pm, – ha osservato ancora Pallotti – oltre ad una provvisionale senza precedenti e all’inibizione permanente dalla guida su tutto il territorio nazionale. Siamo stati riconosciuti dal Tribunale titolari come Aifvs del nostro risarcimento danni, così come lo zio di una ragazza morta». Siamo stati riconosciuti dal Tribunale titolari come Aifvs del nostro risarcimento danni, così come lo zio di una ragazza morta». «È una sentenza epocale – ha aggiunto Davide Tirozzi (AIFVS), avvocato di parte civile dei familiari di cinque vittime -, Siamo assolutamente soddisfatti sia in punto della pena, sia del riconoscimento della titolarità dei diritti».

La ricostruzione

Il pullman ungherese era finito contro un pilone e poi si era incendiato. Il fatto era successo quando mancavano venti minuti alla mezzanotte del 20 gennaio. Stanchi ma felici dopo la settimana bianca in Francia, in 56 stavano facendo ritorno in Ungheria: a bordo del pullman in transito sulll’A4, oltre ai due autisti che si danno il cambio al volante, si trovavano studenti e insegnanti. La maggior parte di loro sonnecchiava, quando bastò un attimo di disattenzione per provocare una strage: 17 morti, 4 feriti gravi (con ustioni di secondo grado, traumi alla testa, lesioni multiple) e altri 25 più lievi. Soltanto in 12 sopravvissero per miracolo senza riportare danni, perlomeno fisici.Il 20 gennaio 2017, da Budapest, toccò al ministro degli esteri Peter Szijjarto, enumerare nel dettaglio le cifre di quel bollettino di sangue. E dopo lo strazio, il clamore e le polemiche, era scattato anche il tempo delle indagini, delle testimonianze, della ricostruzione.

Le indagini

Tutta colpa, accertò la procura, di un maledetto colpo di sonno: ma le responsabilità, secondo gli inquirenti, oltre all’autista che in quel momento si trovava alla guida del mezzo distrutto (e che a sua volta rimase gravemente ferito) risulterebbero da estendere anche a funzionari dell’A4 e dell’Anas. In particolare, l’attenzione era concentrata sull’armatura di contenimento che si è schiantato il pullman. Nell’ambito della manutenzione e della sicurezza dell’autostrada, nel registro degli indagati per omicidio stradale plurimo erano stati iscritti anche due dirigenti della A4. Il torpedone impazzito si era spezzato e incendiato contro il pilone di un cavalcavia. Nella strage il professore di educazione fisica Gyorgy Vigh perse i due figli, Laura e Balazs, e dopo essersi messo in salvo era rientrato più volte nel bus in fiamme per estrarre una a una le altre persone.

Società Autostrade e Anas a dicembre il processo

Il giudice ha poi accolto anche la richiesta del pubblico ministero Paolo Sachar rinviando a giudizio altre cinque persone con l’accusa di omicidio stradale. Si tratta di Alberto Brentegani (responsabile di quel tratto della autostrada A4 Brescia-Padova), Luigi Da Rios, (capo dell’ufficio tecnico e progettista dei lavori di sistemazione dello spartitraffico centrale e delle barriere, risalenti al 1992), Michele De Giesi, Maria Pia Guli ed Enzo Samarelli; questi ultimi sono i componenti la commissione Anas del 1993 che collaudarono i lavori di fornitura e posa in opera delle barriere stradali. L’udienza per loro è stata fissata al 15 dicembre 2020.

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